GLI OBIETTIVI DEL TERMALISMO IN AMBITO I.N.P.S.

Fabrizio Zappaterra

I.N.P.S. Trento

Patrizia Carassai

I.N.P.S. Verona

 

INTRODUZIONE

L’Italia è senza dubbio il Paese che vanta il maggior numero di stazioni termali e di luoghi idonei ad altri trattamenti naturali quali la climatoterapia, la talassoterapia e la elioterapia. Tuttavia, a discapito di evidenti fattori sia di ordine sociale che economico ed in netto contrasto con un clima di generale riscoperta delle cure termali, mai come in quest’ultimo scorcio di secolo il termalismo ha vissuto nel nostro Paese una stagione di così scarsa considerazione sia dal punto di vista scientifico che collettivo.

Da una fiducia quasi religiosa nella cura termale, con riconoscimento di proprietà anche del tutto aleatorie in una visione di panacea per tutti i mali, che richiama non troppo da lontano l’antica attribuzione dei benefici terapeutici al dio Aponos delle Terme Euganee di epoca preromana, si è passati ad un atteggiamento, in molti, di grande scetticismo se non di rifiuto sistematico.

In realtà la maggior parte delle persone che contestano il termalismo, lo fanno in modo acritico, privi come sono di una preparazione specifica di base in medicina termale. Questo non deve sorprendere, dal momento che nel corso degli studi universitari la materia, facoltativa, è poco o per nulla insegnata, in netto ed evidente contrasto con il fatto che sono proprio i medici di base, i medici delle UU.SS.LL. e degli Istituti Previdenziali, a prescrivere le cure termali, spesso senza possedere alcuna nozione di idrologia: oltre l’1% degli assistiti soggiorna comunque ogni anno in un ambiente termale.

Non di rado il termalismo viene visto oggi come una timida speranza terapeutica, quasi un ultimo tentativo per malati affetti da malattie croniche, che vi cercano un semplice sollievo, o altre volte come una buona occasione per usufruire di un periodo di vacanza, magari anche in assenza di una indicazione alla cura.

Il problema cruciale della terapia termale è oggi quello di dimostrarne scientificamente l’efficacia, come d’altro canto è richiesto esplicitamente anche dall’ultimo Decreto Ministeriale del 15 dicembre 1994 che, oltre ad elencare le patologie che possono trovare reale beneficio dalle cure termali, fa obbligo agli stabilimenti di effettuare appropriati studi tesi alla valutazione dell’efficacia della terapia stessa.

In effetti gran parte della sufficienza e dello scetticismo attualmente riservati alle cure idrologiche dipendono anche dal fatto che le stesse sono generalmente ritenute ancorate più a criteri di tipo empirico che di tipo chimico-fisico, criteri questi ultimi sicuramente più consoni alla scienza moderna. In quest’ottica si è posto nell’ambito del Bacino Euganeo il Centro Specializzato per l’Epidemiologia e la Prevenzione delle Malattie Reumatiche e per lo Studio del Termalismo, istituito nel 1982 mediante una apposita convenzione tra la Regione Veneto e l’Università di Padova ed i cui contributi costituiscono senz’altro un ottimo apporto scientifico (3).

FATTORI CONFONDENTI L’UTILITà DELLE CBT

POSITIVI

NEGATIVI

Possibilità di ferie

Soggiorno climatico spesato

Variazione dell’alimentazione

Nuove relazioni sociali

Interessi culturali

Errori di prescrizione

Errori di somministrazione

Controindicazioni

Tabella 1.

 

Durante le cure, di qualsiasi natura esse siano (fanghi, bagni, o terapie idropiniche), l’organismo è sicuramente sottoposto ad una forte azione di stimolo, come dimostrato dalla cosidetta "crisi termale" che interviene dopo qualche giorno dall’inizio della terapia, ma per quanto attiene la valutazione dei risultati, molte difficoltà dipendono dall’esistenza di fattori multipli che confondono le risposte sia positive che negative (Tabella 1):

  1. La possibilità di godere di 15 giorni di "ferie" in più all’anno, rappresenta una buona motivazione per reiterare la richiesta di cure termali a prescindere dai risultati terapeutici; la possibilità di trascorrere due settimane completamente spesati dagli Istituti Previdenziali è un altro ottimo incentivo, così come il piacere di interrompere la routine familiare ed alimentare, conoscendo nuove persone ed apprezzando cucine con gusti diversi dal solito; ancora importante è la possibilità, offerta dall’enorme distribuzione in tutta Italia di Stabilimenti Termali, di viaggiare e conoscere località con proprie caratteristiche architettoniche, archeologiche, paesaggistiche e folcloristiche.
  2. I risultati negativi, spesso assoluti e senza appello, possono dipendere da un errore di prescrizione riguardo i tempi di intervento ed il tipo di cure prescritto; altre volte la cura risulta eccessivamente aggressiva e provoca una tale riacutizzazione della sintomatologia da richiederne l’interruzione, condizionando un giudizio negativo sulla stessa; anche la presenza di controindicazioni costituisce un motivo di fallimento parziale o totale delle cure, che può portare anche a risvolti giudiziari per responsabilità professionale. Tutti questi elementi negativi dipendono, in ultima analisi da un errore diagnostico-terapeutico, causato, in buona parte, dalla carenza di una precisa cultura di medicina termale.

L’incertezza dei risultati è pure all’origine della proliferazione legislativa, spesso contraddittoria, ma che negli ultimi anni è caratterizzata da intendimenti restrittivi, anche se disarticolati.

ESCURSUS STORICO DELLA LEGISLAZIONE INERENTE LE CBT

La prevenzione e la cura dell’invalidità fu contemplata come competenza istituzionale dell’INPS, facoltativa, sin dall’epoca di emanazione della legge di Assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia (1919).

Al V° Congresso nazionale di Medicina del Lavoro, svoltosi a Firenze nel 1922, L. Devoto indicò nel termalismo uno dei mezzi per la prevenzione e la rimozione della cronicità delle malattie invalidanti.

Nel 1925 fu realizzato il primo invio sperimentale di un consistente numero di assistiti a Salsomaggiore, successivamente sede del primo complesso idrotermale in gestione diretta dell’allora Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali (5).

Il R.D.L. 4 ottobre 1935, n. 1827, già poneva, all’art. 45, la prevenzione e cura dell’invalidità tra le finalità dell’Assicurazione Generale Obbligatoria ed attribuiva all’INPS la facoltà di concedere le CBT come prestazioni integrative e complementari "nei casi in cui possa essere evitato o ritardato ad un assicurato di diventare invalido, ovvero possa essere attenuata o eliminata l’invalidità già accertata".

La legge di riforma sanitaria, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, 23 dicembre 1978, n. 833, ha introdotto, all’art. 36, il nuovo concetto di "termalismo terapeutico", equiparandolo ad una qualsiasi prestazione sanitaria erogata dal S.S.N. a tutti i cittadini.

Questo nuovo concetto ha di fatto creato una separazione normativo-giuridica fra CBT erogate con finalità "terapeutico-riabilitative" e di "mera prevenzione": l’interpretazione dell’art. 2110 c.c., relativa all’equiparabilità dei permessi per CBT a periodi di malattia è stata posta in discussione, sia per quanto riguarda la concedibilità di tali permessi, sia relativamente al diritto di erogazione dell’indennità economica di malattia.

Si è quindi passati dal divieto della ammissibilità di congedi straordinari retribuiti per CBT (L. n. 98/82) ad una possibile concessione degli stessi solo in caso di attestazione specialistica dell’impossibilità di rinvio delle stesse (L. 526/82).

La L. 638/83 poneva come requisiti per il godimento delle CBT fuori dalle ferie:

1) l’esistenza delle "effettive esigenze terapeutiche o riabilitative" con esclusione delle finalità "meramente preventive", ovvero doveva sussitere uno stato patologico, generalmente a decorso cronico, che richiedesse la necessità di sottoporsi tempestivamente alle CBT;

2) la motivata prescrizione da parte di un medico specialista della UU.SS.LL. o dell’INPS o dell’INAIL;

3) un intervallo di 15 gg. tra CBT e ferie.

La legge non prevedeva espressamente il diritto anche all’indennità di malattia durante i periodi di cure termali, per cui si è assistito a numerose sentenze contraddittorie circa l’equiparabilità dei permessi alle assenze per malattia, oppure è stato ritenuto che la legge in questione non avesse inteso attribuire un diritto a permessi retribuiti, ma solo dettarne le condizioni per la concessione, demandandone il diritto alla contrattazione collettiva.

La sentenza n. 559/87 della Corte di Cassazione ha però rilevato nell’obbligo di soggiorno presso gli stabilimenti termali, per uno stato patologico che richieda la tempestiva esecuzione delle CBT, con effettive esigenze terapeutiche, il nesso di causalità indiretto e mediato tra malattia ed impossibilità a prestare l’attività lavorativa, con diritto conseguente al relativo trattamento economico.

Il legislatore è intervenuto allora con vari decreti, culminati poi nella L. 8/90, con due ulteriori limitazioni per la fruizione delle CBT:

1) le cure,per essere tempestive, devono essere effettuate entro 30 gg. dalla visita specialistica;

2) le cure con finalità preventiva erogate dall’INPS sono escluse dal diritto all’indennità economiche di malattia.

La Corte Costituzionale è intervenuta con la sentenza n 297/90 per definire che le "effettive esigenze terapeutiche", interpretate come "indilazionabilità del periodo delle CBT fino alle ferie", vanno invece intese come "maggiore efficacia ed utilità se effettuate in periodo extraferiale, e tale motivato e specifico giudizio deve essere espresso dai sanitari preposti alle CBT".

La legge 412/91 definisce, all’art. 16, il diritto alla fruizione delle CBT in periodo extraferiale soltanto quanto vengono riscontrate dallo specialista:

1) la natura terapeutica o riabilitativa delle CBT;

2) la loro importanza determinante, anche in associazione con altri mezzi di cura, per la risoluzione dell’affezione o dello stato patologico;

3) l’indilazionabilità e la necessaria tempestività della loro effettuazione.

I medici riconosciuti idonei a prescrivere la terapia termale in periodo extraferiale sono, in base a questa ultima legge, lo specialista dell’U.S.L. e, limitatamente ai propri assistiti, il medico dell’INAIL, mentre scompare la figura del medico INPS (circ. INPS n. 33, 140, 287 e 295 /1992).

Questa esclusione può costituire sia una conferma dell’interpretazione del termalismo INPS da parte del legislatore come una "mera prevenzione".

Infine con la Legge Finanziaria n. 527/93, art. 3, comma 42, sono state abrogate le disposizioni vigenti in materia di congedo straordinario per cure termali dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

In conseguenza del disposto dell’art. 16 della citata legge n. 412/91 la fruizione delle cure balneo-termali da parte degli assicurati all’Istituto può oggi avvenire soltanto in periodo feriale e hanno perso efficacia due condizioni previste dalla previgente normativa, quali l’effettuazione delle cure, da parte dei lavoratori dipendenti, nel termine di 30 giorni dalla data di effettuazione della visita medica e l’intervallo di 15 giorni tra le cure e le ferie (messaggio INPS n. 03781 del 21.03.1992). Attualmente le visite mediche di controllo devono essere iniziate sulla base della lista "situazione turno", con il periodo scelto dall’assistito, per la possibilità di periodi feriali obbligati da esigenze lavorative, ma in tutti i casi gli assicurati dovranno essere inviati alle terme entro il periodo massimo di due mesi dalla data della visita stessa, anche per evitare l’insorgenza di controindicazioni alle CBT durante l’intervallo di attesa (messaggio INPS n. 16564 del 01.03.1994).

Tali restrizioni riflettono soprattutto le difficoltà economiche in cui si dibatte il nostro Paese e rappresentano pure un pericoloso arretramento rispetto al concetto terapeutico di cure termali, concetto invece ribadito dalla già citata L. 833/78 e dal riconoscimento della Medicina Termale da parte dell’O.M.S. nel 1986: in effetti negare il congedo straordinario è in pratica negare l’utilità terapeutica delle cure ed avvallare in qualche modo l’idea che non di cure si tratti, ma di forme alternative di turismo.

E questo appare in evidente contrasto anche con i due decreti del Ministero della Sanità del 12 agosto 1992 e del 15 dicembre 1994, in cui sono definite in un elenco le patologie che possono trovare reale beneficio dalle cure termali.

Non esiste infatti una netta separazione fra natura terapeutica o riabilitativa e finalità preventiva delle CBT prescritte dall’INPS: mai sono infatti prescritte le CBT come semplice prevenzione primaria, prima che si sia manifestata la malattia; vi potranno essere rari casi di prevenzione secondaria in soggetti con malformazioni scheletriche o con esiti di traumatismi o di poliomielite, per i quali il carico disomogeneo può condizionare l’instaurarsi di gravi forme artrosiche, ma nella maggioranza dei casi si tratta di cicli curativi o riabilitativi nell’ambito di una prevenzione terziaria, che, ai fini istituzionali, diventa una prevenzione anche delle prestazioni economiche per invalidità ed inabilità.

MODALITà D’AZIONE, INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI DELLE CBT

MODALITÀ D’AZIONE DELLE CBT

Le acque ed i fanghi termali esercitano tre principali azioni: calorica, meccanica e chimico-fisica (12).

1) Sia il fango che l’acqua termale possiedono caratteristiche fisico-chimiche, quali il calore specifico, la capacità termica, la conducibilità e la capacità di ritenzione calorica tali da consentire un elevato apporto termico in tempi sufficientemente prolungati da ridurre al minimo il disagio termico conseguente (anche con fanghi a temperatura superiore a 45°C).

Parallelamente al termoassorbimento l’organismo inizia una serie di reazioni atte a favorire la termodispersione, quali l’iperemia cutanea e la sudorazione profusa con richiamo di liquidi nel torrente circolatorio e lavaggio tissutale; la quantità di sudore prodotto fra l’applicazione fango-balneoterapica completa e la fase di reazione (complessivamente circa 1 ora) si aggira mediamente su 1-1,5 litri.

L’aumento della temperatura interna (0,5-1°C) determina l’accelerazione degli scambi metabolici, la riduzione del tono muscolo-tendineo, la sollecitazione degli archi riflessi, l’attivazione vascolare, metabolica e nervosa anche a livello connettivale.

Qualsiasi stimolo doloroso osseo, legamentoso, sinoviale o muscolare innesca un riflesso miotattico che porta ad ipertonia e contrattura muscolare a scopo antalgico, nella fase iniziale, ma sorgente indipendente di dolore in una fase successiva per l’instaurarsi di una subischemia muscolo-tendinea, una stasi venosa ed un accumulo di acido lattico e cataboliti.

La sensibilità propriocettiva dei fusi neuromuscolari e degli organi tendinei del Golgi risulta turbata e contribuisce all’automantenimento della contrattura.

L’edema del tendine e della sua inserzione costituisce una entesopatia analoga a quella degli atleti sottoposti ad eccessivi carichi di allenamento o di gara e può sfociare in rotture o distacchi (tipica la rottura del capo lungo del bicipite brachiale per processi infiammatori della cuffia dei rotatori) o stabilizzarsi in una flogosi subacuta o cronica che riacutizza innumerevoli volte ad ogni sollecitazione meccanica.

In questa fase sono altamente efficaci tutte le terapie "miorilassanti" dei distretti interessati (riposo, busto, farmaci miolitici, massoterapia); l’applicazione di calore si inserisce nel circolo vizioso dolore-contrattura-dolore con effetto miorilassante diretto sul muscolo ed indiretto sui propriocettori periferici, una attivazione artero-venosa e linfatica con normalizzazione del flusso sanguigno e dell’ossigenazione tissutale e rimozione degli elementi catabolici: si avvia perciò il processo di risoluzione della sintomatologia dolorosa.

2) L’azione meccanica avviene secondo il principio di Archimede, per cui il corpo perde il 90% del suo peso e tende a galleggiare, ovvero mediante la pressione idrostatica che si esercita su tutta la superficie immersa, proporzionalmente alla sua profondità.

L’alleggerimento del peso corporeo facilita la mobilizzazione segmentaria delle articolazioni in scarico, alla base della chinesiterapia in acqua. Tale alleggerimento sarà maggiore nelle acque a densità superiore, fatto che si verifica con la maggior parte delle acque termali. Il calore associa la proprietà decontratturante ed analgesica, facilitando la rieducazione motoria.

L’effetto idrostatico, associato alla spinta verso l’alto che tende ad annullare la forza di gravità sulle masse ematiche, è quello di una compressione dei tessuti degli arti inferiori con effetti benefici sul ritorno venoso e sul drenaggio linfatico, con una riduzione della stasi dei liquidi interstiziali.

3) Se è ancora dibattuto il ruolo terapeutico sostenuto da sali, gas disciolti e particelle radioattive, che ben difficilmente possono attraversare la barriera cutanea, viceversa è inconfutabile un’azione chimico-fisica delle acque salso-bromo-jodiche somministrate con le cure inalatorie sui secreti delle vie aeree superiori ed inferiori.

INDICAZIONI

L’elenco delle patologie che possono trovare "reale" beneficio dalle CBT, allegato al decreto ministeriale 12 agosto 1992 ed integrato con decreto ministeriale 27 aprile 1993, è stato modificato dal decreto 15 dicembre 1994 (Tabella 2).

ELENCO DELLE PATOLOGIE CHE POSSONO TROVARE REALE BENEFICIO DALLE CURE TERMALI

Malattie reumatiche:

osteoartrosi ed altre forme degenerative;

reumatismi extra-articolari.

Malattie delle vie respiratorie:

Sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche;

bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva, con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare.

Malattie dermatologiche:

psoriasi (esclusa la forma pustolosa eritrodermica)

eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative);

dermatite seborroica ricorrente.

Malattie ginecologiche:

sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva;

leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche o distrofiche.

Malattie O.R.L.:

rinopatia vasomotoria;

faringolaringiti croniche;

sinusiti croniche;

stenosi tubariche;

otiti catarrali croniche;

otiti croniche purulente non colesteatomatose.

Malattie dell’apparato urinario:

calcolosi delle vie urinarie e sue recidive.

Malattie vascolari:

postumi di flebopatie di tipo cronico.

Malattie dell’apparato gastroenterico:

dispepsia di origine gastroenterica e biliare;

sindrome dell’intestino irritabile nella varietà con stipsi.

Tabella 2.

L’INPS, per i suoi fini istituzionali, considera solo le malattie reumatiche e delle vie respiratorie (Tabella 3), mentre non presta CBT per malattie dermatologiche, ginecologiche, O.R.L., urologiche, vascolari e gastroenteriche usufruibili solo tramite le UU.SS.LL., tuttavia l’indennità economica di malattia, in presenza delle altre condizioni previste dalla circolare 287 del 18 dicembre 1992, potranno essere corrisposte esclusivamente per le patologie indicate nell’elenco allegato al citato decreto, elenco che ha validità (art. 1 comma 2) fino al 1° gennaio 1998, data entro la quale è prevista (art. 2, comma 2) la revisione dello stesso (circ. INPS n. 142 del 20 maggio 1995).

Rispetto ai precedenti decreti si osserva in particolare la scomparsa dall’elenco di:

Malattie reumatiche

Malattie delle vie respiratorie

osteoartrosi ed altre forme degenerative;

reumatismi extra-articolari.

bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva, con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare.

Tabella 3.

La descrizione fornita dal Decreto Ministeriale è tuttavia molto generica e lascia un ampio spazio interpretativo all’idrologia medica; l’elenco completo delle patologie per le quali l’Istituto eroga le cure termali si ricava agevolmente dall’allegato 3 della lettera circolare A.S.P.T. n. 3900749 del 5 maggio 1993, relativo ai codici nosologici (Tabelle 4 e 5).

APPARATO OSTEOARTICOLARE

ARTROSI CRONICA PRIMARIA

Vertebrale

Monoarticolare

Poliarticolare

cervicale

130 A

mani (rizoartr. poll.)

130 D

poliartrosi

130 E

cervicodorsale

130 A

polso

130 D

   

dorsolombare

130 B

gomito

130 D

   

lombosacrale

130 B

spalla

130 D

   

diffusa

130 C

piede

130 D

   
   

ginocchio

130 D

   
   

anca

130 D

   

ARTROSI CRONICA SECONDARIA

Da squilibrio statico

Post-traumatica

Post-chirurgica

coxoartrosi

130 F

arti superiori

130 I

riduzione di fratture

130 K

sublussazione anca

130 F

arti inferiori

130 I

interv. correttivi

130 K

discopatie

130 G

colonna vertebrale

130 I

   

rachit., osteocondrosi

130 H

       

ALTRE PATOLOGIE REUMATICHE

Reumatismi infiammatori cr.

Reumatismo pararticolare

Reumatismo neuro-distrofico

artrite reumatoide

130 L

periartrite

130 N

periartrite della spalla

130 O

artropatia psoriasica

130 M

tendinopatia

130 N

s. spalla-mano

130 O

spondilite anchil.

130 M

tenosinovite

130 N

s. neurod. del piede

130 O

esiti di m. di Reiter

130 M

entesopatie

130 N

periartrite d’anca

130 O

   

s. fibromialgiche

130 N

artr. neuro-patogene

130 O

Esiti infezioni articolari

Reumatismo ad ez. tossica

Artropatie dismetaboliche

post-gonococciche, post-tifiche, ecc.

130 P

saturnismo, cause la-vorative, ambientali.

130 Q

gotta, condrocalci-nosi art., alcapton.

130 R

Idrartro intermitt.

130 S

Tabella 4.

Osteoartrosi

I reumatismi degenerativi rappresentano, da sempre, l’indicazione elettiva, tanto da costituire l’80-90% delle cause di avvio alle cure termali; esclusi gli stati acuti sia di natura muscolare che, soprattutto radicolitica, trovano indicazioni le cervico-dorso-lombalgie croniche da spondilodiscartrosi, alterata statica vertebrale e sequele della chirurgia discale. Particolarmente indicata anche nella coxartrosi, che, come nelle patologie del rachide, è generalmente associata ad una discreta componente funzionale.

Minore beneficio traggono le gonartrosi e l’artrosi delle caviglie, in quanto minore è la componente funzionale associata, e massimo è l’effetto del carico durante la deambulazione.

Altre localizzazioni non costituiscono generalmente l’unico motivo di cura.

Reumatismi infiammatori

Tempo fa il termalismo era considerato controindicato in questi casi, essendo potenzialmente in grado di scatenare una riacutizzazione. Successivamente è stato affermato che la cura termale dell’artrite reumatoide si deve rivolgere alle forme praticamente spente, con VES alla prima ora inferiore a 30; le tecniche utilizzate dovevano comunque essere poco aggressive (temperature, massoterapie), mentre si doveva dare largo spazio alla chinesiterapia. Anche la spondilite anchilosante sembrava rispondere in maniera favorevole alle cure termali, soprattutto se associate a fisioterapia vertebrale.

L’ultimo decreto ministeriale ha tuttavia escluso queste patologie dall’elenco ad esso allegato.

Reumatismi extra-articolari

Tendiniti, borsiti, periartriti scapolo-omerali tendono facilmente a riacutizzare e beneficiano soprattutto di infiltrazioni locali e di rieducazione motoria; solo nei casi cronicizzati può essere eventualmente tentata la crenoterapia. La sindrome del tunnel carpale è stata esclusa dall’elenco.

Postumi dei traumi osteo-articolari

Le cure termali iniziate precocemente dopo la rimozione del gesso, favoriscono il recupero del tono vascolare, il drenaggio linfatico ed il trofismo dei tessuti.

Le località termali si stanno in genere attrezzando per fornire, accanto alle cure termali, una rieducazione motoria.

APPARATO RESPIRATORIO

AFFEZIONI A TENDENZA CRONICIZZANTE

bronchite recidivante

081 A

bronchite catarrale cronica

081 B

bronchiectasie

081 C

bronchite asmatiforme

082 D

bronchite enfisematosa

082 E

Tabella 5.

Bronchite cronica

La crenoterapia solfurea, salso-jodica, salso-bromo-jodica, solfato-bicarbonato-calcica condotta per via inalatoria (humages, inalazioni, nebulizzazioni, aerosol) consente di ridurre i fenomeni flogistici ed essudativi, ha un’azione fluidificante sul muco, favorendo l’espettorazione, inoltre contribuisce a migliorare il tono muscolare dell’albero respiratorio, il circolo locale ed il trofismo mucoso.

Anche le brochiectasie e la bronchite asmatiforme possono trarre beneficio dai trattamenti, viceversa nelle forme di asma estrinseco la reattività aspecifica, che spesso accompagna la malattia può condizionare pericolose crisi broncostruttive (Tabella 5).

è opportuno che siano prioritariamente ammessi alle cure gli assicurati reumoartropatici e broncopatici che esplicano attività abituale di grave impegno fisico, rispetto ai lavoratori che esercitano attività di tipo sedentario.

 

CONTROINDICAZIONI

Sono controindicazioni assolute:

 tutti gli stati acuti, comprese le poussée acute delle forme croniche;

 i tumori e le emopatie maligne;

 la tubercolosi in tutte le sue espressioni e le malattie infettive contagiose;

 l’insufficienza cardiaca, renale ed epatica, gravi;

 le grandi malattie mentali;

 lo stato di involuzione psico-fisica dell’anziano;

 le malattie cutanee ripugnanti.

Sono controindicazioni locali o temporanee o parziali (richiedono particolari attenzioni):

· Le varici venose - possono talvolta peggiorare con la somministrazione di calore; è necessario quindi orientare il paziente verso quelle stazioni in grado di trattare anche le flebopatie soprattutto mediante percorsi in acque ipertermali.

· L’ulcera gastro-duodenale in fase attiva - può aggravarsi per lo stress che inevitabilmente accompagna le cure crenoterapiche.

· L’ipertensione arteriosa - può condizionare sbalzi ipo-ipertensivi anche se in trattamento.

· L’osteoporosi - definita in quanto alla sede, estensione e gravità, va rapportata all’entità della patologia per la quale sarebbe indicata la CBT per valutarne i rischi/benefici.

· Il diabete mellito - soprattutto se grave e complicato da micro-macroangiopatia avanzata, oltre a scompensi espone a rischi di accidenti vascolari.

· L'ipertiroidismo franco - frequentemente si accentua la sintomatologia anche senza esposizione ad acque iodate.

· La gravidanza e l’allattamento - possono subire un’interruzione.

LA CRISI TERMALE

È una reazione alla cura che compare in genere alla fine della prima settimana. è incostante e correlata alla reattività del singolo malato. Può essere costituita da numerosi sintomi variamente combinati (cefalea, artromialgie, astenia psico-fisica, insonnia, ansia), associati in alcuni casi ad una riacutizzazione della patologia di base (4).

Per lungo tempo è stata considerata come garanzia per l’efficacia della terapia, la crisi termale traduce invece la scarsa adattabilità del malato agli effetti delle cure, eccessivamente aggressive, con alterazioni degli elettroliti, riattivazione dei processi infiammatori non completamente spenti, mobilizzazione violenta di articolazioni subanchilotiche.

L’evoluzione è generalmente favorevole dopo adeguata correzione del programma terapeutico.

RIABILITAZIONE

Un particolare aspetto della prevenzione è rappresentato dalla riabilitazione, che può essere considerata l’insieme di interventi per il recupero funzionale totale o parziale di soggetti, che in seguito a malattie o infortuni presentano menomazioni che li rendono disabili.

Le principali branche della medicina a cui si applica la riabilitazione sono:

· la cardiologia

· la neurologia

· l’ortopedia

La patologia ortopedica in particolare riguarda gli esiti di traumatismi, le sequele della chirurgia ortopedica, ed in particolare l’applicazione di endo ed artroprotesi, l’artrite reumatoide e l’osteoartrosi.

Tutto il ciclo riabilitativo avviene normalmente in fase di ospedalizzazione e richiede personale medico e paramedico altamente specializzato.

Numerosi stabilimenti termali sono già attrezzati specialmente per la crenochinesiterapia in piscina, la fisioterapia e la ginnastica per favorire la riabilitazione/rieducazione motoria (9). In contrasto alla richiesta sempre più pressante di riabilitazione, è entrato in vigore un sistema di restrizione del finanziamento delle prestazioni sanitarie, che finirà per penalizzare proprio i soggetti che richiedono trattamenti di lunga durata.

Gli stabilimenti termali potrebbero porsi perciò come valida alternativa alle strutture del S.S.N., in casi selezionati, che richiedono un impegno tecnologico ed assistenziale compatibile con le strutture termali ed in fasi di recupero da consolidare, mediante una convenzione differenziata che consenta, ad esempio, dei cicli di cura di durata adeguata al tipo di riabilitazione necessaria.

INTERESSE INPS

Sia il S.S.N. che gli Enti Previdenziali possono ipotizzare rilevanti risparmi economici e di risorse umane e strumentali favorendo una medicina termale particolarmente selettiva ed orientata ai fini specifici istituzionali (Tabella 6).

RAPPORTO COSTO-BENEFICI

SVANTAGGI

VANTAGGI

PER L’ASSISTITO

Espletare le procedure burocratiche

trascorrere 15 gg.

in semiospedalizzazione

lontano dall’ambiente familiare

disagio del viaggio

spese ticket, (alberghiere) ed accessorie

(utilizzo di ferie)

Miglioramento della sintomatologia

svago socio-culturale

(ferie aggiuntive)

PER S.S.N.

Costo delle cure

costo delle procedure burocratiche

Riduzione consumo di farmaci

riduzione ricorso ai medici specialisti e di base

riduzione delle ospedalizzazioni

prolungamento dell’autonomia personale

PER I.N.A.I.L.

Spese alberghiere

costo delle procedure burocratiche

spese di inabilità temporanea

Miglioramento o stabilizzazione degli esiti permanenti di infortuni o malattie professionali

PER I.N.P.S.

Spese alberghiere

costo delle procedure burocratiche

Riduzione dei periodi di malattia/anno

differimento delle prestazioni di invalidità e di inabilità

Tabella 6.

Il S.S.N. persegue la terapia e la riabilitazione ai fini della tutela della "salute" di tutti gli assistiti, con obiettivo secondario di prevenire il ricorso ad altri servizi erogati; l’INAIL utilizza le cure termali sia a scopo riabilitativo, dopo infortuni relativamente recenti, per ridurre la percentuale di indennizzo, sia per evitare peggioramenti nel medio e lungo termine negli infortuni e malattie professionali di vecchia data.

L’INPS può avere tre obiettivi fondamentali:

  1. diminuire, per numero e durata, gli episodi di incapacità al lavoro in coincidenza con le fasi di riacutizzazione o di aggravamento di forme morbose a carattere cronico oppure di infortuni e di trattamenti chirurgici, con relativi oneri previdenziali;
  2. prevenire o ritardare l’evoluzione delle forme croniche verso una condizione biologica invalidante irreversibile, ovvero migliorare la funzionalità motoria e respiratoria di assicurati titolari di assegno di invalidità, al fine di consentire un sufficiente recupero della capacità lavorativa;
  3. prevenire o ritardare l’evoluzione delle forme croniche di assicurati titolari di assegno di invalidità al fine di evitare la necessità di erogazione della pensione di inabilità.

Per raggiungere tali obiettivi è però indispensabile che il medico INPS diventi non solo un controllore/selezionatore delle domande di CBT, ma possa a sua volta proporne l’erogazione a soggetti individuati nella fase dei controlli per le prestazioni di malattia, ovvero durante la prima visita o la collegiale medica di ricorso per la richiesta di prestazioni permanenti di invalidità ed inabilità.

Mentre può essere relativamente semplice determinare il costo complessivo per ogni ciclo di cure, ben più difficile è quantificare clinicamente l’efficacia della terapia i cui effetti possono comparire:

· a breve termine, mediante un miglioramento della funzionalità articolare e dei dolori che porta a ridurre il consumo quotidiano di antinfiammatori ed a riprendere l’attività produttiva;

· a lungo termine, dopo alcune settimane o mesi dalle cure, o dopo alcuni cicli di cure, con un miglioramento o una stabilizzazione della patologia.

Non a caso l’art. 2 del decreto 15 dicembre 1994 del Ministero della Sanità così recita:

"1. Gli stabilimenti termali, che erogano prestazioni termali per le patologie di cui all’allegato elenco, sono tenuti ad effettuare studi per la valutazione di efficacia della terapia termale nel rispetto delle sottoindicate linee guida:

 A) studi clinici controllati propriamente detti, quando possibili, atti a dimostrare l’azione biologica e l’efficacia clinica delle cure termali in gruppi di pazienti randomizzati o bilanciati, con end points di carattere clinico purchè quantificabili, oppure di carattere strumentale (end points surrogati) purchè di chiaro significato fisiopatologico nella specifica malattia e correlati con l’andamento di questa;

 B) studi osservazionali longitudinali di tipo clinico-epidemiologico atti a descrivere il decorso a medio-lungo termine dei pazienti sottoposti a terapia termale con gli obiettivi di documentare l’andamento nel tempo dei sintomi soggettivi e oggettivi, del numero e della gravità delle recidive, delle modificazioni nella richiesta e nel consumo di farmaci, del ricorso a degenza e del numero di giornate di assenza dal lavoro. Tali studi, tra l’altro, potranno fornire materiale utile ad una indagine sul rapporto costi-benefici della terapia termale;

 C) eventuali altri studi e ricerche di iniziativa degli stabilimenti termali che utilizzino diversi modelli clinici o sperimentali, che verranno anch’essi valutati nel contesto del materiale di studio prodotto.

2. Il Ministero della Sanità, previa verifica dello stato di attuazione degli studi in corso al 31 dicembre 1996, procede, entro il 1 gennaio 1998, alla revisione dell’elenco sulla base dei risultati degli studi effettuati."

Il Ministero della Sanità ha disposto quindi che siano iniziati studi prospettici, controllati e codificati per definire esattamente le patologie che possono trovare reale beneficio dalle CBT, fornendo nel contempo strumenti di controllo per evitare abusi.

Gli Enti assistenziali e previdenziali hanno, d’altra parte, la necessità di verificare l’efficacia delle CBT, in termini di risparmio di risorse che potrà essere, evidenziata solo nel lungo termine.

L’INPS è un Ente a distribuzione capillare sul territorio nazionale, pur conservando un forte coordinamento centrale, che ne rende omogenea l’azione sanitaria, partecipa direttamente alle spese per l’erogazione di migliaia di CBT ed è uno degli Enti pubblici con la maggiore informatizzazione di dati.

Tutto ciò lo rende particolarmente adatto ad un progetto di ricerca da attuare in cooperazione con il Centro Specializzato per l’Epidemiologia e la Prevenzione delle Malattie reumatiche e per lo Studio del Termalismo del Bacino Euganeo e con altri Centri di analogo indirizzo per dimostrare l’efficacia clinica delle CBT e la reale incidenza del rapporto costi/benefici della terapia termale.

I. Ipotesi di studio clinico dell’efficacia della terapia

A) Malattie reumatiche.

1) Anamnesi ed obiettività pertinenti;

2) anamnesi farmacologica e terapeutica in generale;

3) classificazione diagnostica;

4) applicazione della scala analogica visiva per la valutazione del dolore in ogni articolazione. Questa è costituita da una linea di 10 cm non graduata, disposta orizzontalmente, con estremi ben definiti: a sinistra assenza di dolore, a destra dolore insopportabile. La linea viene successivamente divisa in quattro segmenti uguali ai quali si assegnano i punteggi in ordine da 1 a 4 ed in base al segmento su cui è caduto il punto segnato dal paziente si attribuisce il valore corrispondente alla sensazione soggettiva del dolore (1,6,11);

5) valutazione mediante l’attribuzione di una classe funzionale secondo Steinbrocker e coll. (13):

· classe 1, completa capacità di svolgere le usuali mansioni senza difficoltà;

· classe 2, capacità di svolgere adeguatamente le normali attività nonostante il dolore o la limitata mobilità di una o più articolazioni;

· classe 3, capacità funzionale sufficiente per svolgere solo poche o nessuna delle mansioni richieste dall’occupazione abituale o per badare a se stessi;

· classe 4, paziente allettato o costretto su sedia a rotelle, largamente o totalmente incapace di badare a se stesso.

6) nell’interessamento della mano (artrite reumatoide, osteoartrosi rizomelica) va valutata la forza prensile mediante handgrip su manicotto di sfingomanometro a mercurio standard, arrotolato su se stesso e gonfiato ad una pressione iniziale di 20 mmHg (10).

B) Malattie delle vie respiratorie

1) Come in A);

2) "

3) "

4) spirometria;

5) valutazione mediante l’attribuzione di una classe funzionale secondo l’American Thoracic Society (2) (Tabella 7):

CLASSIFICAZIONE DELL’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA

         
 

NORMALE

LIEVE

MODERATA

SEVERA

FVC

³ 80% e

60-79% o

51-59% o

£ 50% o

FEV1

³ 80% e

60-79% o

41-59% o

£ 40% o

FEV1/FVC %

³ 80% e

60-79% o

41-59% o

£ 40% o

DLCOsb

³ 75%

60-74%

41-59%

£ 40%

Tabella 7.

L’indagine, eseguita all’atto della visita presso l’INPS, deve essere ripetuta dai medici degli stabilimenti termali prima e dopo il ciclo, quindi, a distanza di un tempo da concordare, nuovamente dai medici INPS.

Lo studio può essere eseguito su tutti i termandi INPS o su un campione rappresentativo per età, sesso, localizzazione della patologia e professione.

II. Ipotesi di studio epidemiologico

A) Giornate di assenza dal lavoro.

Premessa essenziale è l’apposizione del numero nosologico riferito alla patologia reumatica e respiratoria sui certificati di malattia per:

1) determinazione delle assenze dal lavoro per le malattie reumatiche e respiratorie;

2) confronto fra i dati estratti relativi ai soggetti avviati alle cure termali e quelli che non ne usufruiscono, resi omogenei per:

· provincia di residenza;

· classe di età;

· codice professionale;

· codice nosologico.

B) Differimento delle prestazioni di invalidità/inabilità.

Dovrebbe essere reintrodotta la facoltà del medico INPS di proporre e concedere le cure termali in soggetti affetti da patologia reumatica o respiratoria, suscettibile di trattamento termale, durante gli accertamenti sanitari per richiesta di prestazioni permanenti.

Tutti i casi selezionati dovranno essere seguiti mediante la valutazione clinica dell’efficacia della terapia indicata al I punto ed una scheda sanitaria personalizzata.

CONCLUSIONI

Nel generale difetto di chiarezza che ha investito tutta la questione del termalismo la vera e sentita esigenza dell’INPS è quella di accertare scientificamente l’efficacia della crenoterapia al fine di rallentare l’evoluzione delle patologie reumatiche e respiratorie, ridurre i periodi di malattia ed evitare o posticipare gli stati invalidanti ed inabilitanti.

Nonostante la vasta mole di dati ricavabile dalle sue casistiche, l’Istituto non è in grado di documentare in modo inequivocabile la reale efficacia di questi trattamenti, in quanto le patologie trattate sono in gran parte sostenute da fenomeni degenerativi ed involutivi legati all’invecchiamento e gli effetti curativi non sono assoggettabili ai procedimenti propri della sperimentazione dei farmaci.

Occorre pertanto realizzare progetti di ricerca clinica utilizzando come indicatori miglioramenti apprezzabili della sintomatologia dolorosa o dei tests funzionali, ovvero una riduzione delle giornate di malattia e delle prestazioni previdenziali per invalidità ed inabilità (8).

È innegabile l’interesse dell’INPS per tutti gli interventi che riducono l’entità delle malattie, che sono la premessa dell’invalidità, ciò rientra nella logica di una corretta gestione assicurativa, che vede nella cura termale e nella riabilitazione/rieducazione motoria, due momenti irrinunciabili per il contenimento dei costi.

È quindi pienamente legittima ed auspicabile l’adozione da parte dell’Istituto di tutti i provvedimenti atti ad attenuare i rischi assicurativi e l’attuazione di interventi mirati in ordine alla selezione dei beneficiari, alla tipologia del trattamento, al controllo dei risultati (7).

RIASSUNTO

Le cure balneotermali (CBT) costituiscono prestazioni facoltative dell’INPS finalizzate alla prevenzione di condizioni biologiche invalidanti o inabilitanti irreversibili.

Nonostante lo scetticismo diffuso sulla loro efficacia e gli ostacoli burocratici elevati via via per la loro fruizione, continua ad essere alta la richiesta di CBT da parte di lavoratori che manifestano una fiducia quasi religiosa sulla loro capacità terapeutica.

Oltre alla normativa vigente, vengono riesaminate le indicazioni e controindicazioni alle CBT che, sviluppate maggiormente nel loro aspetto riabilitativo, possono trovare ancora oggi una vantaggiosa collocazione fra le prestazioni di interesse previdenziale.

BIBLIOGRAFIA

1) Altman R. D., Hochberg M.C.: "Degenerative joint disease". Clinics Rheumat. Dis., 9:681-693, 1983.

2) American Thoracic Society: "Evalutation of impairment and disability secondary to respiratory disorders". Am. Rev. Respir. Dis., 133:1205-1209, 1986.

3) Cozzi F., Todesco S: "Il termalismo euganeo verso il suo quarto millennio". Clin. Term., 45:3-7, 1992.

4) Dossier: "Le terapie termali in reumatologia". Reumatologia, 32:7-20, 1989.

5) Fossati F.: "L’erogazione delle cure balneo-termali secondo le vigenti norme legislative". Previdenza Sociale, 4-5:1073-1126, 1987.

6) Huskisson E.C.: "Measurement of pain". J. Rheumatol., 9:768-769, 1982.

7) Iacovelli G.: "Termalismo "previdenziale" - Esperienze e prospettive". Previdenza Sociale, 3:963-970, 1984.

8) Iacovelli G., Piga C: "Prevenzione dell’invalidità e termalismo. Le problematiche attuali". Atti 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, Monduzzi Ed. S.p.A., Bologna, 491-497, 1991.

9) Messina B.: "Considerazioni sulla riabilitazione/rieducazione funzionale termale". Clin. Term. 44:3-15, 1991.

10) Miori R., Contu C., Marzano A., Fedrizzi A., Bambara L.M.: "Valutazione critica del trattamento fitotermoterapico ("bagni di fieno") nelle artropatie degenerative". La Clinica Terapeutica, 144:31-42, 1994.

11) Scott J., Huskisson E.C.: "Vertical or horizontal visual and analogue scales". Ann. Rheumat. Dis., 38:560, 1979.

12) Serofilli A.: "La fangobalneoterapia - Meccanismo d’azione". Ed. Piccin, Padova, 1993.

13) Steinbrocker O., Traeger C.H., Batterman R. C.:"Therapeutic criteria in rheumatoid arthritis". JAMA, 140:659-662, 1949.

 

FATTORI CONFONDENTI L’UTILITà DELLE CBT

POSITIVI

NEGATIVI

Possibilità di ferie

Soggiorno climatico spesato

Variazione dell’alimentazione

Nuove relazioni sociali

Interessi culturali

Errori di prescrizione

Errori di somministrazione

Controindicazioni

Tabella 1.

 

 

ELENCO DELLE PATOLOGIE CHE POSSONO TROVARE REALE BENEFICIO DALLE CURE TERMALI

Malattie reumatiche:

osteoartrosi ed altre forme degenerative;

reumatismi extra-articolari.

Malattie delle vie respiratorie:

Sindromi rinosinusitiche-bronchiali croniche;

bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva, con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare.

Malattie dermatologiche:

psoriasi (esclusa la forma pustolosa eritrodermica)

eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative);

dermatite seborroica ricorrente.

Malattie ginecologiche:

sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva;

leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche o distrofiche.

Malattie O.R.L.:

rinopatia vasomotoria;

faringolaringiti croniche;

sinusiti croniche;

stenosi tubariche;

otiti catarrali croniche;

otiti croniche purulente non colesteatomatose.

Malattie dell’apparato urinario:

calcolosi delle vie urinarie e sue recidive.

Malattie vascolari:

postumi di flebopatie di tipo cronico.

Malattie dell’apparato gastroenterico:

dispepsia di origine gastroenterica e biliare;

sindrome dell’intestino irritabile nella varietà con stipsi.

Tabella 2.

 

Malattie reumatiche

Malattie delle vie respiratorie

osteoartrosi ed altre forme degenerative;

reumatismi extra-articolari.

bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva, con esclusione dell’asma e dell’enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare.

Tabella 3.

 

APPARATO OSTEOARTICOLARE

ARTROSI CRONICA PRIMARIA

Vertebrale

Monoarticolare

Poliarticolare

cervicale

130 A

mani (rizoartr. poll.)

130 D

poliartrosi

130 E

cervicodorsale

130 A

polso

130 D

   

dorsolombare

130 B

gomito

130 D

   

lombosacrale

130 B

spalla

130 D

   

diffusa

130 C

piede

130 D

   
   

ginocchio

130 D

   
   

anca

130 D

   

ARTROSI CRONICA SECONDARIA

Da squilibrio statico

Post-traumatica

Post-chirurgica

coxoartrosi

130 F

arti superiori

130 I

riduzione di fratture

130 K

sublussazione anca

130 F

arti inferiori

130 I

interv. correttivi

130 K

discopatie

130 G

colonna vertebrale

130 I

   

rachit., osteocondrosi

130 H

       

ALTRE PATOLOGIE REUMATICHE

Reumatismi infiammatori cr.

Reumatismo pararticolare

Reumatismo neuro-distrofico

artrite reumatoide

130 L

periartrite

130 N

periartrite della spalla

130 O

artropatia psoriasica

130 M

tendinopatia

130 N

s. spalla-mano

130 O

spondilite anchil.

130 M

tenosinovite

130 N

s. neurod. del piede

130 O

esiti di m. di Reiter

130 M

entesopatie

130 N

periartrite d’anca

130 O

   

s. fibromialgiche

130 N

artr. neuro-patogene

130 O

Esiti infezioni articolari

Reumatismo ad ez. tossica

Artropatie dismetaboliche

post-gonococciche, post-tifiche, ecc.

130 P

saturnismo, cause la-vorative, ambientali.

130 Q

gotta, condrocalci-nosi art., alcapton.

130 R

Idrartro intermitt.

130 S

Tabella 4.

 

APPARATO RESPIRATORIO

AFFEZIONI A TENDENZA CRONICIZZANTE

bronchite recidivante

081 A

bronchite catarrale cronica

081 B

bronchiectasie

081 C

bronchite asmatiforme

082 D

bronchite enfisematosa

082 E

Tabella 5.

RAPPORTO COSTO-BENEFICI

SVANTAGGI

VANTAGGI

PER L’ASSISTITO

Espletare le procedure burocratiche

trascorrere 15 gg.

in semiospedalizzazione

lontano dall’ambiente familiare

disagio del viaggio

spese ticket, (alberghiere) ed accessorie

(utilizzo di ferie)

Miglioramento della sintomatologia

svago socio-culturale

(ferie aggiuntive)

PER S.S.N.

Costo delle cure

costo delle procedure burocratiche

Riduzione consumo di farmaci

riduzione ricorso ai medici specialisti e di base

riduzione delle ospedalizzazioni

prolungamento dell’autonomia personale

PER I.N.A.I.L.

Spese alberghiere

costo delle procedure burocratiche

spese di inabilità temporanea

Miglioramento o stabilizzazione degli esiti permanenti di infortuni o malattie professionali

PER I.N.P.S.

Spese alberghiere

costo delle procedure burocratiche

Riduzione dei periodi di malattia/anno

differimento delle prestazioni di invalidità e di inabilità

Tabella 6.

 

CLASSIFICAZIONE DELL’INSUFFICIENZA RESPIRATORIA

         
 

NORMALE

LIEVE

MODERATA

SEVERA

FVC

³ 80% e

60-79% o

51-59% o

£ 50% o

FEV1

³ 80% e

60-79% o

41-59% o

£ 40% o

FEV1/FVC %

³ 80% e

60-79% o

41-59% o

£ 40% o

DLCOsb

³ 75%

60-74%

41-59%

£ 40%

Tabella 7.