LE LESIONI DA MEZZO TAGLIENTE, DA MEZZO PUNTUTO E DA MEZZO DI PUNTA E TAGLIO

Ferite da taglio. Gli strumenti taglienti sono costituiti da una lama a sezione triangolare provvista di uno spigolo affilato. Sono taglienti tipici i rasoi, i bisturi, i coltelli e le lamette da barba; sono taglienti atipici i frammenti di vetro, le lamiere metalliche, le schegge di coccio, i fili metallici sottili e tesi.

L'azione tagliente è la proprietà di questi strumenti di produrre una recisione netta e completa dei tessuti su di uno stesso piano facendo scorrere e premendo la lama sul tessuto.

Tipi di lesioni.

1. Abrasioni: asportazione dell'epidermide mediante uno scorrimento in senso perpendicolare al filo della lama (radendosi ad es.). Si coprono di una sottile crosta ematica e guariscono senza cicatrice.

2. Ferite lineari: sono tagli rettilinei o curvilinei perpendicolari alla superficie cutanea.

3. Ferite a lembo: sono tagli obliqui che formano dei lembi triangolari di tessuto.

4. Amputazioni: distacchi completi di parti molli sporgenti.

Caratteri delle ferite da taglio.

a) Lunghezza maggiore della profondità, dipendendo non dalla lunghezza della lama, ma dall'ampiezza del movimento di scorrimento sulla cute.

b) Nettezza dei margini, dovuta alla netta recisione dei tessuti non soltanto alla superficie cutanea, ma anche nelle strutture sottostanti.

c) Mancanza di ponti o di briglie nel fondo della ferita.

d) Divaricazione dei margini, conseguenza della netta totale recisione dei tessuti.

e) Forma lineare e sottile, quando si avvicinano i margini della ferita.

f) estremità appuntite a "codetta". Le estremità della ferita da taglio non interessano mai la cute a tutto spessore, ma da una superficiale intaccatura, simile ad una semplice escoriazione lineare, si giunge gradualmente al punto dove la ferita è più profonda; tali estremità assai appuntite sono affusolate come la coda di topo, da cui la denominazione. Poichè per affondarla la mano preme, si ha una pendenza ripida, mentre la fuoriuscita è più graduale ed obliqua, generalmente quindi, su una superficie piana, la codetta d'entrata è più corta di quella d'uscita; su una superficie convessa si ha l'opposto, cioè l'inversione delle codette. Così avviene per ferite trasversali al braccio, per ferite ai lati del torace e al pene e specialmente per ferite che vanno da una parte all'altra del collo.

Segni clinici. La ferita da taglio prodotta nel vivente si manifesta con emorragia da sezione netta e completa dei vasi, dolore urente da irritazione dei filamenti nervosi sezionati, la retrazione dei margini per la tensione elastica dei tessuti, l'impotenza funzionale delle formazioni anatomiche colpite.

Problemi medico-legali. Il danno delle ferite cutanee da taglio è minore rispetto a quello di ferite lacero-contuse di uguale dimensioni in quanto l'integrità dei margini favorisce la guarigione per prima intenzione e riduce l'incidenza delle infezioni (8-10 giorni).

La diagnosi fra ferite causate in vita o dopo la morte, specie per ferite superficiali, è talvolta difficile a causa della scarsa infiltrazione sanguigna dei margini della lesione, perchè il sangue scorre via dai tessuti privi di anfrattuosità.

L'omicidio ed il suicidio si distinguono per la diversa sede delle lesioni: sono sedi di elezione nel suicidio i polsi, la piega del gomito, il collo del piede, talora la regione temporale (svenamento), raro è in Italia il suicidio per lesioni da taglio all'addome (harakiri); nell'omicidio l'aggressore colpisce come e dove può, le ferite hanno sedi, direzioni e profondità le più diverse ed accanto alle lesioni di organi vitali si possono rinvenire le ferite da difesa agli arti superiori e da schivamento al dorso ed alle spalle; sede frequente per entrambi è il collo (scannamento o sgozzamento), caratteristica del suicidio è la ripetizione di molte ferite nello stesso punto parallele o confluenti.

Le ferite accidentali sono dovute per lo più a strumenti di lavoro oppure a schegge di vetro e simili, di regola la lesione è unica.

Ferite da punta. Gli strumenti pungenti hanno forma cilindrica o conica allungata, che termina con una punta acuminata, essi agiscono con un meccanismo di cuneo, che penetra divaricando i tessuti. Sono strumenti puntuti tipici i punteruoli, gli aghi, i chiodi, gli spilloni, gli stiletti senza taglienti; sono strumenti puntuti atipici quelli smussi all'estremità per cui la penetrazione si accompagna sempre ad un'azione contusiva, quali punte di bastoni, ombrelli ecc..

Tipi di lesioni.

1. Ferite da strumenti puntuti tipici hanno l'aspetto di un piccolo foro puntiforme, che si chiude appena lo strumento viene estratto, lasciando una traccia appena percettibile, non si ha perdita di sostanza. Alla piccola ferita cutanea segue in profondità una stria rossastra emorragica, lungo il tramite dei tessuti attraversati, la quale costituisce l'unico segno di reperimento e scompare dopo 1-2 giorni. I segni di agopuntura devono essere ricercati con cura, nel vivente e nel cadavere, nei casi di sospetto avvelenamento per via parenterale, nei casi di infanticidio o quando si debbano dimostrare cure mediche recenti in caso di responsabilità professionale.

2. Ferite da strumenti puntuti atipici sono caratterizzate da un margine provvisto di un orletto escoriato, simile a quello delle ferite d'arma da fuoco con le quali possono essere scambiate se il diametro corrisponde al calibro, anche se in realtà si osserva una minore "cincischiatura" dei margini.

Caratteri fondamentali. Sono l'orifizio d'entrata, il tramite, e saltuariamente l'orifizio d'uscita.

a) Forma dell'orifizio d'ingresso. Dipende essenzialmente dalla fendibilità della cute, a sua volta legata alla direzione delle fibre elastiche nel derma: la forma è sempre ad occhiello anche se la sezione dello strumento è circolare, con una disposizione dell'asse maggiore costante nelle diverse regioni corporee, nell'attraversare tessuti costituiti da strati incrociati di fibre elastiche (parete dello stomaco) si producono due ferite sovrapposte, una longitudinale e l'altra trasversale. L'orifizio nella cute è sempre un pò minore della sezione dello strumento a causa della retrazione della cute; non così però nell'osso piatto (cranio scapola) dove rimane un foro perfettamente uguale.

b) Tramite. Non è sempre facile da seguire per il secondario spostamento dei tessuti o degli organi che inizialmente erano allineati, inoltre non è indicativo della lunghezza dello strumento in quanto i tessuti molli possono cedere permettendo all'arma di penetrare più profondamente di quanto apparentemente possibile in base alla lunghezza.

c) Forma dell'orifizio d'uscita. Ha le stesse caratteristiche di quello d'ingresso salvo la possibile estroflessione di tessuti persistente dopo l'estrazione dell'arma; non è, a differenza di quanto si osserva nelle ferite d'arma da fuoco, di diametro superiore dell'orificio d'ingresso.

Ferite da aghi. Anche aghi piccoli possono causare la morte: penetrati accidentalmente nel corpo possono progredire all'interno di vasi e giungere al cuore lacerando le pareti e provocando un emopericardio, oppure infissi nel cuore dall'esterno si possono ledere le coronarie con emopericardio e tamponamento cardiaco. In casi di infanticidio si sono osservate punture con aghi e spilli attraverso le fontanelle, mossi in senso rotatorio con vaste distruzioni di sostanza cerebrale, per simulare una morte da parto.

Impalamento. E' una modalità lesiva rara, dovuta alla penetrazione nel corpo di oggetti voluminosi e appuntiti (pali, pioli, stanghe, cancellate, palizzate, rami d'albero, racchette da sci) con gravissime lesioni della cute e degli organi interni. In senso stretto, rifacendosi all'antico mezzo di supplizio orientale, sarebbe da intendersi impalamento solo la penetrazione per via perineale con lesioni agli organi addominali, viceversa è di uso comune per le lesioni causate da grosse punte. E' dovuto quasi esclusivamente a disgrazie, infortuni sul lavoro e incidenti sportivi.

Problemi medico-legali. Il danno delle ferite da punta è di solito non grave; le punte, penetrando nei tessuti riescono talvolta a scostare strutture vascolari e nervose con minori complicanze emorragiche e neurologiche; frequenti sono però le infezioni soprattutto di tramiti profondi.

La diagnosi differenziale fra lesione prodotta in vita o dopo morte è talora resa difficile dalla scarsità della reazione contusiva ed emorragica dei margini.

Possono dipendere da omicidio, suicidio, infortunio sul lavoro o disgrazia accidentale o da puntura esplorativa. Nel suicidio la sede preferita è quella precordiale in genere preceduta da denudamento della cute: Nell'omicidio viene colpito il torace, il collo e l'addome.

Ferite da punta e da taglio. Sono soluzioni di continuo di tessuti molli superficiali e profondi prodotte da strumenti provvisti di azione pungente e tagliente. Essi agiscono con meccanismo combinato di cuneo che avanza divaricando i tessuti, mentre la lama li recide allargando la ferita. Sono strumenti tipici i coltelli, i pugnali e le spade; sono strumenti atipici le schegge di vetro, le lamine metalliche appuntite, le spicule ossee.

Caratteri fondamentali.

a) La forma della ferita d'ingresso varia a seconda del modo di penetrazione ed estrazione della lama: se entra ed esce dalla cute con due movimenti opposti, ma perfettamente sovrapponibili si produce una ferita a stampo; se entra perpendicolare alla cute ed esce agendo sulla lama la ferita si allarga e non riproduce più la larghezza della lama; se penetra obliquamente e ne esce ancora con un'azione sulla lama si produce una ferita ad asola con due codette. L'asse maggiore dell'asola non rispetta le leggi di fendibilità della cute, ma dipende esclusivamente dalla direzione della lama.

Nell'uscire la lama viene leggermente ruotata poichè nello sforzo di estrazione si ha un predominio dei muscoli flessori del polso, si determina un'intaccatura di uno dei margini; se l'arma era impugnata come un pugnale (lama al mignolo colpi dall'alto in basso), una rotazione oraria indica l'uso della mano sinistra , quella antioraria la mano destra; l'opposto avviene se il coltello è impugnato come spada (lama al pollice, colpi dal basso verso l'alto).

b) Il tramite può apparire più lungo della lama se la parte colpita è cedevole; raramente è transfosso, cioè con foro di uscita, nei colpi obliqui.

Problemi medico-legali. Il danno nelle ferite da punta e taglio è generalmente assai grave per la recisione di tessuti anche in profondità con emorragie irrefrenabili.

I ferimenti per cause accidentali sono molto frequenti per l'uso diffusissimo del coltello, sono relativamente rari i suicidii perchè occorre un notevole coraggio a vibrarsi dei colpi mortali, ancora numerosi gli omicidii sia perchè l'arma è a portata di mano, soprattutto nei delitti passionali, sia perchè è più silenziosa delle armi da fuoco.

Per la diagnosi differenziale si devono prendere in considerazione la sede, il numero e la direzione delle ferite.

a) La sede più comune per il suicidio è la regione cardiaca, eccezionalmente il capo e l'epigastrio, nelle altre sedi è usata come tagliente, nell'omicidio i colpi sono distribuiti irregolarmente in varie sedi anche lontano da organi vitali, generalmente non mancano le ferite da difesa o schivamento ed i segni di colluttazione. Per le ferite da accidente non vi è una sede d'elezione, si tratta comunque di accertare la concordanza con le modalità allegate.

b) Il numero dei colpi può essere molteplice anche nel suicidio, ma risultano tutti ravvicinati, nell'omicidio il numero di colpi è talora assurdo, alcuni possono essere raggruppati, segno di un rapido susseguirsi di colpi senza cambiamento di posizione tra aggressore e vittima, ma non mancano i colpi anche lontani. Tranne casi eccezionali, la molteplicità delle ferite è invece in contrasto con l'accidentalità.

c) La direzione dei colpi è in genere la stessa nel suicidio, costantemente cambiata nell'omicidio.

Ferite da fendente. I fendenti sono costituiti da una grossa lama pesante, provvista di uno spigolo affilato quali le scuri, le mannaie, le sciabole, le roncole, i grossi coltelli. Il meccanismo d'azione associa le proprietà taglienti della lama a quelle contundenti della massa d'urto.

Caratteri tipici. Le lesioni da fendenti possono essere lineari, a lembo o mutilanti. I margini, meno netti di quelli delle ferite da taglio, sono anche contusi; gli angoli sono acuti, ma quasi sempre senza codette; mancano i ponti di tessuto tra i margini della ferita; l'estensione e la profondità sono sempre notevoli.

Nel cranio si osservano fratture estese, larghe brecce ossee o intaccature a stampo; nelle ossa lunghe si producono fratture comminute; negli arti vengono amputati segmenti come le dita, le mani, i piedi.

Problemi medico-legali. Le ferite da fendente, sempre molto gravi, sono per lo più omicidiarie, la sede prediletta è il capo, nelle altre sedi rappresentano solo tentativi di deviazione. Sono descritti casi di suicidio con fendenti, commessi per lo più da alienati. Gli infortuni sono possibili soprattutto in particolari mestieri quali carpentieri, spaccalegna e boscaioli.

Lo scannamento. Consiste nel taglio profondo del collo con recisione delle vie respiratorie, dei vasi sanguigni, dei nervi e talora dell'esofago fino ad intaccare il piano scheletrico; è frequentemente eseguito con rasoi o coltelli.

Lo scannamento è ugualmente comune nell'omicidio e nel suicidio, la diagnosi differenziale, talora difficile, si basa sia sui caratteri delle ferite che sui dati del sopralluogo.

La sede delle lesioni è scelta con cura dal suicida, magari di fronte allo specchio, per cui le lesioni sono regolarmente disposte nella regione mediana, oppure laterale, dall'orecchio opposto rispetto alla mano armata, in basso e medialmente per poi risalire verso l'angolo della mandibola controlaterale; nell'omicidio le ferite sono disposte casualmente, talvolta in punti irraggiungibili da parte della vittima.

La profondità può essere importante quando, in presenza di numerose ferite, accanto a quelle profonde, se ne repertano di molto superficiali e parallele (ferite d'assaggio) come si può riscontrare tipicamente nel suicidio; nell'omicidio invece i colpi sono tutti vibrati con la massima violenza.

La direzione si determina in base all'osservazione delle codette inverse, deve corrispondere all'azione dei destrimani o dei mancini.

La disposizione delle ferite è in genere regolare, con parallelismo e sovrapposizione nel suicidio, più irregolare con intersezioni nell'omicidio a causa dei movimenti della vittima.

Il numero delle ferite è variabile da caso a caso, più numerose sono e più attendibile è la diagnosi differenziale. Alcune lasciano intaccature cutanee sui bordi della ferita principale, altre sono nel fondo di questa e difficilmente evidenziabile in quanto la cute recisa si retrae abbondantemente.

Problemi medico-legali. La morte da scannamento è causata da tre meccanismi principali a) anemia acuta emorragica se vi è recisione di una carotide; b) asfissia per aspirazione di sangue nell'albero respiratorio (sommersone interna); c) embolia gassosa per aspirazione di aria dalle giugulari beanti.

Gli elementi complementari del giudizio sono forniti dalla concordanza della sede e direzione della lesione con l'essere la vittima destrimane o mancina, dalla concomitanza di altre lesioni in sedi tipiche del suicidio (piega del gomito, polsi), ovvero con lesioni da difesa. Non ha significato l'imbrattamento di sangue delle mani, mentre è importante il riscontro di regolari colature di sangue anteriormente, indicative della posizione eretta del corpo.

Fra i dati del sopralluogo sono tipici del suicidio gli spruzzi di sangue sullo specchio, mentre ha scarso rilievo la circostanza dell'arma impugnata dal cadavere: la morte non è infatti immediata ed anche in casi di suicidio accertato non è stato possibile ritrovare l'arma. Talora il suicidio è completato con altri mezzi tipo l'annegamento, la precipitazione e l'impiccamento.

Il depezzamento del cadavere. Abbastanza raro, è eseguito dopo omicidii per rendere più facilmente trasportabile la salma e farne sparire le tracce. Più raramente rappresenta una manifestazione di particolare ferocia.

Problemi medico-legali.

a) Identificazione: in primo luogo si deve stabilire se tutti i pezzi appartengono allo stesso cadavere facendo corrispondere fra di loro i vari brandelli, poi si devono ricomporre i lacerti del volto per identificare l'individuo.

b) Stabilire la causa di morte ricercando lesioni con segni di reazione vitale, anche se le lesioni da depezzamento possono includere la prima ferita omicidiaria. Spesso però si tratta di morti asfittiche, in passato non erano rare le giovani donne vittime di pratiche abortive.

c) Stabilire la data di morte: il depezzamento con fuoriuscita di gran parte del sangue ritarda i fenomeni putrefattivi, gli arti hanno poi la tendenza alla mummificazione, per cui non deve stupire se i vari pezzi non siano dello stesso grado di conservazione, pur provenendo dallo stesso cadavere.