IL MECCANISMO DI PRODUZIONE DELLE FRATTURE CRANICHE NELLA DIAGNOSTICA MEDICO-FORENSE

Meccanismi e tipi di frattura. Le ossa del cranio possono fratturarsi per un'azione traumatica diretta, rappresentata dall'urto di un corpo in movimento contro il capo o di questo contro un ostacolo, per un'azione traumatica indiretta, quale quella da contraccolpo, trasmessa dalla colonna vertebrale per una caduta sui piedi o sul tronco, oppure per compressione o azione bipolare, che agisce sul cranio deformandone le naturali curvature e producendo fratture in sedi distanti dalla zona di applicazione.

Se la cute e lo strato muscolo-aponevrotico sono integri la fratture si dice chiusa, altrimenti esposta.

Se l'azione vulnerante non si limita ad interrompere il tegumento e la parete ossea, ma penetra nel cranio si parla di ferita craniocerebrale; non vi è alcun rapporto costante tra i tipi o i gradi della lesione cranica e quelli della lesione encefalica: la frattura può assorbire completamente l'energia del colpo ed accompagnarsi a minime lesioni dell'encefalo, d'altra parte sono frequenti lesioni encefaliche gravi o mortali senza frattura cranica.

Rare sono le fratture incomplete per interruzione della sola lamina interna (meccanismo diretto) o della esterna per inflessione dell'osso nel momento dell'urto (meccanismo indiretto).

Allo strato diploico è soprattutto da attribuire il sanguinamento che avviene ai margini di una frattura completa; l'emorragia diploica può inoltre riversarsi nell'interno del cranio determinando ematomi extradurali, oppure trova una via d'uscita verso le fosse nasali, il faringe o il condotto uditivo esterno.

Le fratture pluriframmentarie e specialmente le fratture comminute della volta sono spesso complicate da lacerazioni del sacco durale, dei vasi meningei e della sostanza cerebrale per affossamento dei frammenti

Topografia delle fratture del cranio e problemi medico-legali.

La volta cranica sopporta deformazioni per appiattimento di 10-12 mm, oltre i quali si frattura. La forma delle fratture dipende 1) dal meccanismo diretto o indiretto; 2) dalla forma ed estensione della superficie del corpo contundente nel punto d'impatto; 3) dal rapporto resistenza-elasticità del cranio/forza d'impatto.

a) frattura semplice meridiana: dal punto di applicazione si diparte una fissurazione della volta lineare con margini a contatto o appena divaricati (diretto; piccola superficie allungata; buona elasticità/bassa forza viva);

b) frattura complessa meridiana: costituita da più linee di fissurazione a stella (diretto; piccola superficie; buona elasticità/discreta forza viva);

c) frattura meridiana della volta irradiata alla base: procedono dall'alto in baso secondo il percorso più breve e le linee di forza del cranio. A costituire il cranio concorrono infatti parti forti e parti deboli. Le prime sono formate dai sei archi di resistenza o pilastri di Felizet: il frontale, l'occipitale, i due sfenoidali ed i due petromastoidei; le seconde sono comprese fra tali archi. Un trauma frontale provoca una frattura che , attraverso l'orbita, si porta alla fossa anteriore, un trauma temporale si irradia alla fossa media, un trauma del vertice si può irradiare ovunque ed un trauma occipitale alla fossa posteriore (diretto; piccola superficie; buona elasticità/discreta forza viva);

d) frattura equatoriale: è circolare con al centro il punto di applicazione (indiretto per compressione; superficie larga; scarsa elasticità/bassa forza viva);

e) frattura a stampo o da violenza circoscritta: è costituita da una fenestratura, o una piccola breccia infossata con forma e dimensioni corrispondente allo strumento contundente (diretto; superficie limitata; scarsa elasticità/discreta forza);

f) frattura isolata della base: traumi sulla mandibola agiscono sul tetto dell'orbita, sulla rocca petrosa, sulla cavità glenoidea; quelli verticali della colonna (caduta in piedi o sulle tuberosità ischiatiche) attorno al forame occipitale. Sono spesso esposte per comunicazione con i seni paranasali e con l'orecchio medio, andando incontro a complicanze infettive (osteomielite, meningoencefalite) o a fistole liquorali a lenta risoluzione (indiretto da contaccolpo);

g) frattura bipolare: il cranio viene schiacciato fra due superfici; il quadro è proteiforme con una o più fratture equatoriali, attraverso le quali è spremuta la sostanza cerebrale (indiretto per compressione bipolare; due superfici larghe; forza molto elevata);

h) frattura a mappamondo: dovuta all'urto dell'ovoide cranico contro una superficie estesa (ad es. il suolo); è costituita da linee che si dipartono a raggiera dal punto colpito, fratture meridiane, e da uno o più anelli di linee concentriche a detto punto, fratture equatoriali, che rappresentano i limiti di deformazione per appiattimento: le prime sono da compressione, le seconde da inflessione. Per la diagnosi differenziale sono necessari elementi circostanziali in quanto una frattura estesa può essere determinata anche con un colpo inferto con un corpo dalla larga superficie, come una tavola di legno (diretto ed indiretto; superficie piana; forza elevata).